MOLIERE
Jean Baptiste Poquelin nacque a Parigi ai primi del gennaio del 1621, da una famiglia borghese originaria dei Beauvais.
In seguito, nel 1633, il padre si sposò con Catherine Fleurette, la quale morì nel 1636. L'infanzia del piccolo fu segnata da lutti ed inquietudini, che però spiegano solo in parte il fondo di tristezza del suo umore e la rarità dei ruoli materni nel suo teatro. Nella fanciullezza furono, invece, fondamentali la vivacità popolare, l'animazione, il rumore, l'accanito lavoro oltre agli spettacoli con i quali da piccolo fu ogni giorno a contatto grazie alla passione che gli fu infusa dal nonno materno.
Nel quartiere di Halles, dove visse, il vivace spirito di Poquelin poté impregnarsi del senso di una vita formicolante, dello scherzo pittoresco e della varietà della realtà umana. Il padre gli permise scuole molto più prestigiose di quelle destinate ai figli degli altri commercianti, infatti compì i suoi studi dal 1635 al 1639 al Collège de Clermont, collegio di gesuiti, considerato il migliore della capitale e frequentato da nobili e ricchi borghesi. Qui egli imparò la filosofia scolastica, il latino ed una perfetta padronanza della retorica.
Nel 1641 porta a termine gli studi di diritto, ottenendo la Licenza in diritto ad Orléans. Comincia a frequentare gli ambienti teatrali, conosce il famoso Scaramuccia Tiberio Fiorilli e intrattiene una relazione con la ventiduenne Madeleine Béjart, giovane attrice. Con l'aiuto di tale donna colta e capace di condurre con intelligenza i propri affari, leale e devota, organizzò una loro compagnia che servì a Molière per capire la propria vocazione di attore.
Nel 1643 Madeleine dà alla luce Armande Béjart, futura sposa del drammaturgo. Il 30 giugno 1643, firmò il contratto che costituì una troupe teatrale di dieci membri, l'Illustre Théâtre, di cui facevano parte Madeleine Béjart, il fratello Joseph e la sorella Geneviève.
La piccola compagnia prese in affitto il Jeu de Paume des Métayers ("sala dei mezzadri") di Parigi, e nell'attesa della conclusione del lavori per adattare la sala alle rappresentazioni teatrali si stabilì a Rouen, inscenando spettacoli di ogni tipo, dalle tragedie alle farse. Il 1 gennaio del 1644 l'Illustre Théatre debutta nella capitale. Il pubblico tuttavia non rispose a dovere; iniziarono ad accumularsi debiti sino all'arresto di Molière per insolvenza, quindi la compagnia nel 1645 si sciolse. Una volta liberato per l'interessamento del padre e di Madeleine, lui ed alcuni membri della compagnia abbandonarono la capitale francese.
Dal 1645 al 1658 con i suoi compagni lavorò come attore ambulante con la compagnia di Charles Dufresne, rinomata e finanziata dal duca di Epernon. Nel 1650 Molière ottenne la direzione della troupe che iniziò a fare le sue rappresentazioni a Pézenas e nel sud della Francia.
A partire dal 1652 la compagnia, ormai ben affermata, iniziò ad avere un pubblico regolare a Lione.
Durante questo girovagare conobbe bene l'ambiente della provincia, ma soprattutto imparò a fare l'attore ed a capire i gusti del pubblico e le sue reazioni. In questo periodo iniziò a scrivere alcune farse e commedie.
Nel 1658 tornò a Parigi dopo un soggiorno a Rouen con la sua compagnia, la Troupe de Monsieur, nome accordatole da Filippo d'Orléans.
Il 24 ottobre di quell'anno recitarono davanti al re Luigi XIV, il quale si entusiasmò solo con la farsa Il dottore amoroso (Le Docteur amoureux), scritta da Molière (il testo fu ritrovato e pubblicato nel 1960). La compagnia venne autorizzata ad occupare, alternandosi con la troupe degli Italiani, il teatro del Petit-Bourbon, e quando nel 1659 gli Italiani se ne andarono, lo stesso teatro fu a sua completa disposizione. Iniziò così a mettere in scena delle tragedie ma con scarso successo.
Scrisse anche un'opera che non fu né una tragedia né una commedia, il Don Garcia de Navarre, incentrata sul tema della gelosia, ma fu un fiasco. Molière allora capì che la commedia era la sua aspirazione ed in questo genere eccelse già con la prima opera Le preziose ridicole (Les précieuses ridicules), nel 1659. In questa mise in luce gli effetti comici di una precisa realtà contemporanea, le bizzarrie tipiche della vita mondana e ne ridicolizzò le espressioni ed il linguaggio. Tutto ciò provocò l'interruzione delle rappresentazioni per qualche giorno, ma gli inviti a corte e nelle case dei grandi signori si susseguirono ugualmente.
Nel 1660 vi fu il gran successo di Sganarello o il cornuto immaginario. Nel frattempo il re fece prontamente assegnare alla compagnia la sala del Palais-Royal, ed in giugno vi fu la presentazione de La scuola dei mariti (École des maris).
In onore ad una festa offerta a Luigi XIV, in quindici giorni Molière scrisse e mise in scena la commedia Gli importuni (Fâcheux). Il 20 febbraio 1662, sposò Armande Béjart ufficialmente sorella, ma quasi sicuramente figlia, di Madeleine, ed anch'essa entrò a far parte della troupe. In dicembre, venne rappresentata La scuola delle mogli (École des femmes) che superò in successo ed in valore tutte le commedie precedenti. L'opera portò tuttavia allo scontro con i rigoristi cristiani.
Tra il 1667 e 1668, ispirandosi alla commedia in prosa di Tito Maccio Plauto, Aulularia, e prendendo spunti anche da altre commedie (I suppositi dell'Ariosto; L'Avare dupé di Chappuzeau, del 1663; La Belle plaideuse di Boisrobert, del 1654; La Mère coquette di Donneau de Vizé, del 1666) scrive L'avaro (L'Avare ou l'École du mensonge) che viene rappresentato per la prima volta a Parigi, al Palais-Royal il 9 settembre 1668.
Buon amico degli attori italiani, discepolo del napoletano Tiberio Fiorilli (il popolare Scaramouche), l'attore Molière ha "collaborato" con il commediografo, ha contribuito a dargli il senso pratico del teatro, le risorse del mestiere, la conoscenza delle esigenze della scena e dei pubblico.
Nel 1673, anno della morte del drammaturgo, la sua compagnia l'Illustre Theatre assorbe i resti di quella del Teatro di Marais e nel 1680, a sette anni dalla morte di Molière, il re, con un ordine speciale, sancisce la fusione con l'Hotel de Bougogne, dando vita all'inizio della Comédie Française, con casa all'Hotel Guénégaud.
Molière morì il 17 febbraio 1673 di tubercolosi mentre recitava Il malato immaginario, prima di morire aveva recitato a fatica, coprì la tosse - si dice - con una risata forzata, e morì tra le braccia di due suore che lo avevano accompagnato a casa. Da qui nasce la superstizione di non indossare, in Francia, il verde in scena, in quanto egli indossava un abito dello stesso colore. In Italia la superstizione si basa, invece, sul colore viola, che si dice fosse il colore dell'abito di scena del Molière nel momento della sua morte, vera e recitata, nell'ultima scena teatrale.
Il divieto di inumazione cattolica per gli attori e commedianti che vigeva all'epoca fu aggirato, su intercessione del Re presso l'Arcivescovo, con la sepoltura di Molière nel cimitero di Saint-Eustache, ma ad una profondità di più di quattro piedi, misura che fissava l'estensione in profondità della terra consacrata. Oggi la tomba di Molière si trova nel famoso cimitero parigino di Père-Lachaise, proprio accanto alla tomba di Jean de La Fontaine.
Opere Principali
Il medico volante, Le Médecin volant (1645)
La gelosia dell'impiastricciato, La Jalousie du barbouillé (1650)
Lo stordito, L'Étourdi ou les Contretemps (1655)
Il dispetto amoroso, Le Dépit amoureux (16 dicembre 1656)
Il dottore innamorato, Le Docteur amoureux (1658)
Le preziose ridicole, Les Précieuses ridicules (18 novembre 1659)
Sganarello o il cornuto immaginario, Sganarelle ou le Cocu imaginaire (28 maggio 1660)
Don Garcia di Navarra o il principe geloso, Dom Garcie de Navarre ou le Prince jaloux (4 febbraio 1661)
La scuola dei mariti, L'École des maris (24 giugno 1661)
Gli importuni, Les Fâcheux (17 agosto 1661)
La scuola delle mogli, L'École des femmes (26 dicembre 1662)
La gelosia di Gros-René, La Jalousie du Gros-René (15 aprile 1663)
La critica alla scuola delle mogli, La Critique de l'école des femmes (1 giugno 1663)
L'improvvisazione di Versailles, L'Impromptu de Versailles (14 ottobre 1663)
Il matrimonio forzato, Le Mariage forcé (29 gennaio 1664)
Gros-René, petit enfant 27 aprile 1664
La principessa d'Elide, La Princesse d'Élide (8 maggio 1664)
Il Tartufo, Tartuffe ou l'Imposteur (12 maggio 1664)
Don Giovanni o il convitato di pietra, Dom Juan ou le Festin de pierre (15 febbraio 1665)
L'amore medico, L'Amour médecin (15 settembre 1665)
Il misantropo, Le Misanthrope ou l'Atrabilaire amoureux (1666)
Il medico per forza, Le Médecin malgré lui (6 agosto 1666)
Melicerta, Mélicerte (2 dicembre 1666)
Pastorale comica, Pastorale comique (5 gennaio 1667)
Il siciliano o l'amor pittore, Le Sicilien ou l'Amour peintre (14 febbraio 1667)
Anfitrione, Amphitryon (13 gennaio 1668)
George Dandin o il marito confuso, George Dandin ou le Mari confondu (18 luglio 1668)
L'avaro, L'Avare ou l'École du mensonge (9 settembre 1668)
Il signor di Pourceaugnac, Monsieur de Pourceaugnac (6 ottobre 1669)
I favolosi amanti, Les Amants magnifiques (4 febbraio 1670)
Il borghese gentiluomo, Le Bourgeois Gentilhomme (14 ottobre 1670)
Psiche, Psyché (17 gennaio 1671)
Le furberie di Scapino, Les Fourberies de Scapin (24 maggio 1671)
La Contessa d'Escarbagnas, La Comtesse d'Escarbagnas (2 dicembre 1671)
Le donne intellettuali oppure Le femmine saccenti, Les Femmes Savantes (11 marzo 1672)
Il malato immaginario, Le Malade imaginaire (10 febbraio 1673)
Poetica
Molière, attore e allo stesso tempo drammaturgo, ricercò uno stile di scrittura e recitazione meno legato alle convenzioni dell'epoca, e proteso verso una naturalezza realistica, che descrivesse al meglio le situazioni e la psicologia dei personaggi. Queste idee, che si realizzeranno in seguito nel teatro borghese, cominciano ad emergere con forza ne La scuola delle mogli e ne Il misantropo. Un nuovo stile che Molière accompagna con una critica feroce della morale dell'epoca. La sua acuta osservazione della realtà fu spesso per Molière fonte di guai, specialmente quando i nobili oggetto delle sue satire si riconoscevano nei suoi personaggi. È nota la reazione del duca di La Feuillade, riconosciutosi nel Marchese della Critica alla scuola delle mogli. Simili incidenti accaddero con Monsieur d'Armagnac, scudiero di Francia, e con il duca di Montasieur, precettore del Delfino, che minacciò di bastonarlo a morte per averlo preso a modello nel creare il personaggio di Alceste, il misantropo, salvo poi cambiare idea e ringraziarlo dell'onore concessogli.
L'aspirazione di Molière, spesso costretto a scrivere commedie-balletto per compiacere ai gusti del re, fu quella di dedicarsi a sviluppare un nuovo tipo di commedia, che porterà in seguito alla nascita della commedia di costume moderna, ispirata agli accadimenti quotidiani, scritta in prosa e che obbedisca alla verosimiglianza. Molière può essere considerato a tutti gli effetti il precursore di quel rinnovamento teatrale che comincerà ad esprimersi compiutamente un secolo dopo, con Carlo Goldoni, fino a raggiungere la piena maturità nel teatro di Anton Čechov. Anche Dario Fo lo ha spesso indicato tra i suoi maestri e modelli.