mercoledì 14 aprile 2010

IL TEATRO NEL MEDIOEVO

Generalmente, gli storici della letteratura hanno accettato per lungo tempo che durante il Medioevo, periodo considerato per antonomasia buio e tetro, non vi fosse stata la presenza del genere teatrale. Le scoperte più attuali, confermano invece la sua esistenza, anche se non è stato possibile rinvenire resti delle strutture entro cui avvenivano gli spettacoli, poiché questi si svolgevano all’aperto, essendo le compagnie girovaghe e lavorando intorno ai loro carri, all’aperto, nelle piazze. Si trattava in questo caso, essenzialmente di teatro buffonesco, di mimi e di farse popolari, le quali avvenivano, malgrado i divieti della legge.
Dall’altra parte, si svolgeva invece un teatro di stile religioso, che nasceva dalla liturgia del mondo cattolico e che consisteva essenzialmente in rappresentazioni sacre: la passione, la natività, storie di santi e martiri, ecc.
Il Medioevo era infatti considerato l’ “età della chiesa” e le uniche forme di teatro permesse erano la Ufficia Vigiliae e l’Officium Sepolcri, riti sacri legati alla liturgia, che facevano parte della messa. Non c’era alcun tipo di allestimento e la parte drammatica era ridotta ai minimi termini. Con il passare del tempo il dialogo si semplifica ed aumentano anche i personaggi. Nel IX° secolo compaiono i primi uffici rimati, dialoghi poetici con accompagnamento musicale, nei libretti, in cui, accanto ai versi, vengono evidenziate delle lettere che indicano con quale intensità della voce andassero pronunciate. Inoltre vengono inserite delle note anche riguardo l’abito di scena e il tipo di allestimento. La chiesa si stava trasformando in teatro.
Gli attori erano solo uomini che interpretavano anche parti femminili senza far molto caso alle fattezze; gli abiti di scena, dai parametri sacri vengono modificati con accessori in grado di caratterizzare il personaggio e viene fatta attenzione all’anacronismo degli abiti in modo che il pubblico possa riconoscere il personaggio.
La chiesa, intesa come spazio architettonico, diventò ben presto un ambiente troppo stretto per lo svolgimento delle rappresentazioni sacre, sia dal punto di vista volumetrico sia dal punto di vista riguardante la libertà espressiva.
Si iniziarono presto (cioè fin dalla fine del 1300) a costruire dei "palcoscenici" nei sagrati all'esterno delle chiese e la conseguenza fu proprio la nascita di rappresentazioni teatrali con tematiche profane (dal greco pro fanòs che significa proprio prima/fuori dal tempio).
l giullare, figura emblematica del teatro medievale, è a tutti gli effetti un attore professionista, si guadagna cioè da vivere divertendo il popolo nelle piazze od allietando i banchetti, le nozze, i festini e le veglie. Prima che prevalesse il termine generico "Giullare" (da latino Joculator), tali attori venivano chiamati con appellativi specifici che designavano ogni "performer" secondo i loro campi d'azione. C'erano i saltatores (saltimbanchi), i balatrones (ballerini) i bufones (comici) e persino i divini (gli indovini).
Il luogo della rappresentazione era spesso non solo la pubblica piazza ma anche le corti dei grandi signori.